sabato 29 dicembre 2018


Come si fa a far prendere il volo
ai trigliceridi e al colesterolo?
Dopo un’estate di nuoto e pesce azzurro
(un filo d’olio, sia maledetto il burro)
è tempo di carote e altra verdura,
giusto per preservar l’abbronzatura.
Se ti trascini e corri un po’ tutte le sere
(che di sicuro non è un bel vedere)
magari ce la fai a recuperare
quell’etto o due che hai risparmiato al mare.
E mentre il tristo autunno avanza lento
con qualche strappo al tuo “regolamento”
(uno stracotto, un fritto, un bel porcino
ed il conforto di un buon gotto di vino)
controlli gli sviluppi della pancia
con l’occhio sempre teso alla bilancia.
Ipocaloriche serate meste
poi tutt’a un tratto… arrivano le feste!
Ecco, si parte coi pranzi tra colleghi:
sei ancora in piena forma e te ne freghi
se in un sol giorno stappi le bottiglie
che occorrono in un anno a tre famiglie,
e non è tanto il bere, ma il ribere
che ti fa barcollar col tuo bicchiere,
la sete è brutta e l’acqua è pei perversi
…non resta altro da fare che sedersi.
E’ risaputo che a noi duri e puri
non ci spaventano le cene degli auguri,
orge infinite di gran fritti e arrosti
di cui vedere il fondo a tutti i costi,
come preparazione e allenamento
al grande agone, il duplice momento
laddove non è ammesso alcun avanzo…
la cena di Natale e a ruota il pranzo!
A questo punto stai accusando il colpo
ti resta peso l’astice e anche il polpo.
Ecco il reflusso, lo stomaco ti rode,
il malox è il tuo angelo custode, 
e quando accusi il più lieve languore
provvedi con un gastroprotettore.
Dormi e ti rotoli tra l’aspre doglie
con l’incubo di un altro millefoglie,
sogni una triste, verde insalatina
ma anche nel sogno sai che domattina
al tuo risveglio, splendida giornata,
perfetta per l’ennesima abbuffata,
ti aspetta un altro pranzo luculliano…
ti sei lasciato prendere la mano,
da qui a Befana non c’è niente da fare
puoi solo continuare a macinare…
e in un tripudio di noci e fichisecchi
quando anche il vino ti strabocca dall’orecchi
ben incurante dell’umore tetro
e dei fiammeggiamenti del didietro,
continui ad inghebbiare senza affanno 
fino all’apoteosi: Capodanno!
Lasciamo perdere il menu assortito
da lasciar steso un bue morto stecchito,
e gli immancabil Chianti ed Amarone
Barolo ed altri vini da cenone,
e dopo i ricchi ed abbondanti vini  
grappe, rosoli, liquori e sciampagnini.
Condisci il tutto con i classiconi
(pandori, pastarelle e panettoni).
Poi, se sei nato a Siena, buonasorte,
ci sono i cavallucci ed il panforte
ci sono i ricciarelli e le copate
prelibatezze che vanno mangiate,
gli ossi di morto e per finire, ecco,
uno stiantino di torta di Cecco.
E poi, dirò una cosa assai scontata,
ma non si può finire un’abbuffata
che sia degna di nota e meni vanto
senza due cantuccini col vinsanto!
Così tutto dicembre, e anche a gennaio
continui ad ingozzare ogni troiaio
che la fortuna e il tempo un poco matto
ti fanno ritrovare dentro al piatto!
E sono paperi, coniglioli, capponi
nane, fringuelli, cignali e capitoni,
chi porta ‘nduja dalla calabra Spilinga
chi coi cannoli e le cassate ti lusinga
e avanti e ancora su, senza paura
(altro che Cracco, altro che Bottura)
i piatti degli chef sono molestie…
noi scofaniamo come delle bestie!
Ora, ci sta che al fin ti senta un po’ pesante,
gadollo e zeppo come un elefante,
però, se anche quest’anno sei sopravvissuto
se dopo aver mangiato con l’imbuto
riesci a deambular, sei fortunato
e se somigli più ad un mallegato
ovver buristo, non te la pigliare
volesti bicicletta… pedalare!!!

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