mercoledì 17 settembre 2014

UN GENIO... 

leggere Trilussa fa rimpiangere di non essere romani, perchè Trilussa è un genio; certo, mettersi a illustrare le poesie di un personaggio così complesso nella sua semplicità è già un bel passo avanti - si familiarizza con lo stillicidio "erre", col tono impudente e un po' svagato dei romani, con lo sciabordio pigro e ininterrotto del Tevere, con l'andamento cantilenante, sdrucciolevole e volontariamente indisponente dei figli dell'Urbe - ma chi non è di Roma, ahimè, non è romano: non c'è verso!
O forse, nella migliore tradizione di Roma antica, quella imperiale, quella contraddittoria, cosmopolita, eccezionale ed eccezionalmente ingarbugliata, chiunque lo voglia, chiunque lo meriti, chiunque si dimostri seriamente capace di non prendersi sul serio può essere romano, o almeno sentirsi romano, almeno per un po', almeno tra sè e sè, passeggiando zitto zitto tra i vicoli storti e le dritte vestigia della capitale del mondo... boh, magari un po' romani lo siamo tutti, in fondo!


Nessun commento:

Posta un commento