venerdì 3 agosto 2018



Giusto stamani, sotto un cielo uggioso,
più adatto al dormiveglia che al riposo,
andando ciondoloni per la via
ho riflettuto un po’ su questa mia…
e senza quasi rendermene conto
mi son trovato a fare un rendiconto
di tutto il tempo perso e le parole
lasciate a riposare dietro al sole;
rime, disegni, forme e bagatelle
che avrei potuto coglier tra le stelle
(perché di notte, se la lasci fare,
la testa trova il modo di sognare:
i sogni si trasformano in colori…
e poi da lì le rime vengon fuori).
E invece un po’ il lavoro, un po’ gli impegni
mi han fatto tralasciar rime e disegni.
Un po’, va detto, è stato pure indotto
dalla saturazione del Cappotto,
‘che il tristo e derelitto porcospino
è un così bel soggetto, poverino,
bi-ripurgato, sciocco e impenitente
con la sua smania di esser prepotente,
che non ho fatto altro, per due anni
che rivestirlo con gli stessi panni
-o forse farei meglio a dire cenci,
pupazzi d’aria, gomma e pannolenci-
(perché non puoi non premere il grilletto
se te le metton tutte sul dischetto).
Or dunque in Camollia saran balordi
…ma non si può campare di ricordi.
Ci vuole linfa nuova ed una scossa
che mi consenta di darmi una mossa.
Così ho pensato: caro mio ti tocca
di scrivere una bella filastrocca.
Si, ma su che la scrivo questa rima
se non succede qualche cosa prima?
Perché va detto, è tutta una questione
di farsi venir su l’ispirazione.
E qui mi casca l’asino famoso,
ci penso senza darmi mai riposo
ci penso e ci ripenso ma che fare?
Non trovo più una rima da illustrare!
Avrò perso la smania del disegno
la fantasia, lo smalto o anche l’ingegno.
Avrò perso le rime in un cassetto
o tutte le parole sotto al letto.
Urge una soluzione di sicuro
perché per questa strada non carburo.
Mi ci vorrebbe un poco di scompiglio
e allora, vai tranquillo, mi ripiglio.
Così, giusto per riniziare il ballo
coi palchi, i materassi e col cavallo
per metter tutto nuovamente a posto…
sarà il caso di vincere d’Agosto!!!

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