...l'isola che non c'è
...fine dell'anno, zuffe scolastiche, debiti di sonno, primi caldi e nebbie settembrine fuori tempo massimo. Stringi i denti e sogni: fuggire a Sud, naufragare (in due, sia chiaro) su un'isola deserta!
No, naufragare no, l'acqua è ancora freddina: meglio un bel traghettone rosso e bianco, impavesato a festa e coi fumaioli al vento... ecco, su un'isola deserta, in due e col traghetto.
Deserta poi, magari deserta deserta no: un ristorantino di pesce, tanto per sgranare un sarago con un gotto di bianco ghiacciato, mettiamocelo. Si, un ristorantino, un sarago e un bianchino ce lo siamo meritati. E ci siamo meritati anche un piano di sopra, così, giusto per ammirare spaparanzati l'agognato tramonto da favola, magari in terrazza, sotto un ombrellaccio improvvisato mentre la brezza ti asciuga i due stracci incrostati di salsedine da naufrago della domenica (a volte un tocco di romanticismo non guasta).
Uh bene, un traghetto, un ristorantino, un gotto di vino, l'ombrello, la brezza, il tramonto... ci manca un gatto che mastica una lisca di pesce, scruta l'orizzonte e a fine serata ti si acciambella in collo e ti fa le fusa.
Ecco, il sogno è servito, lo scoglio inospitale con vasi di fiori, villino caratteristico con finestre luminose, doppi servizi, ristorante, gatto, ombrello e traghetto personale... sarà mica l'Elba? Poco Robinson, molta soddisfazione: altro che l'isola che non c'è, godi popolo!!!
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