Un po' di tempo fa, guardando dalla finestra tutto preso da una curiosa forma di orgoglio "paterno" nei confronti dei miei quattro vasi di fiori, ho pensato:
...un prato non vale
il mio davanzale!
E in effetti, per avere una sola finestra "praticabile" al terzo piano in centro, il mio "giardino" è riuscito a sfoggiare, negli anni, dalla lavanda all'edera, dai pomodori ai nasturzi, dai peperoncini alle petunie... che bellezza, e però chi se li gode? Per usare due versi un po' stantii si potrebbe dire che
...tra fà e disfà
è tutto un lavorà!
E' vero che in questo caso la terra non è bassa e che non si tratta di orto ("che vol vedè l'omo morto"), ma la verità è che i fiori, quelli veri, praticamente non li vedi nemmeno: li immagini. In primavera rinvasi, rincalzi, annaffi, concimi, poti e spippoli: ai primi raggi di sole ti prende bene, guardi gemme e germogli che gonfiano, si ingrossano e si fanno avanti, le nuove foglie prendono un verde sempre più intenso, e poi eccoli, bocci e boccioli... aaah bene, è finita la scuola.
Le giornate sono più lunghe e più calde, le finestre stanno aperte a giornate intere, i tetti di Pescia diventano rossi, rugginosi e secchi, riverberano e mandano bagliori e le tue piante, lì ad un palmo dalla tua mano, promettono le meraviglie di Flora se solo ci fosse il tempo di aspettarle. E invece è già tardi, si sente aria di Palio, i tamburi cominciano a risuonarti in testa... non ti resta che impacchettare vasi e vasetti, sistemare piante e piantine e portarle in campagna, al Podere, dove qualcun'altro si curerà di nutrirle amorevolmente, di non farle seccare, di vederle esplodere nel loro trionfo di colori. E quello che scoccia di più è che, al ritorno da Siena, dal mare, dal turbinio degli eventi estivi, la fioritura sarà ormai passata (tu vedessi che bellezza le tue petunie quest'anno...) e le piante, ahimè, saranno diventate troppo grandi e floride per quei vasini micragnosi; non resta che svasare di nuovo, trovare a queste veterane "vedrivestite" un luogo più consono al Podere e ricominciare da capo
Forse si intende questo quando si parla di moto infinito...
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