Io non so cosa mi piglia...
vorrei essere una triglia!
sabato 31 maggio 2014
venerdì 30 maggio 2014
Avete presente quando si dice "ho delle strane vibrazioni"? Ecco, oggi ho percepito delle vibrazioni. Per la verità non sono affatto strane, anzi, sono chiarissime... il semplice risultato di passi (un po' pesanti) al piano di sopra.
Si, perchè l'appartamento di sopra è sfitto - o dovrei dire era sfitto?
Così, nel tempo, ci siamo abituati abbastanza male: guai di lato (telecamere a circuito chiuso ed altre amenità del vicino pazzo), guai di sotto (brodi e fritti repellenti a tutto andare), guai ancora più sotto (cassettine luride del gatto e sacchetti della spazzatura sul pianerottolo), guai di fuori (simpatici ricordini liquidi e solidi di tutti i cani - ed elefanti, a giudicare dalle dimensioni - del circondario), guai di dentro (luci che si accendono e non si spengono, finestre che si aprono e non si chiudono) ma, miracolo, niente sui piani alti... fino ad oggi!!!
Al fortunato neo-inquilino di questo allegro casamento, dunque, a monito dell'orrore e dell'assurdo che lo attendono dietro ogni rampa e su ogni pianerottolo (stante la simpatica vita condominiale) mi sento di inviare il seguente mottetto in rima, composto fresco fresco per l'occasione:
"Può sembrarti anche ridente
colorato e divertente,
ma, passato il primo impatto,
hai da diventarci matto:
già all'interno del quartiere
ne succedono di nere...
ma l'inferno e l'abominio
li raggiunge il condominio!"
giovedì 29 maggio 2014
lunedì 26 maggio 2014
…e alla fine arriva il caldo ed ecco i primi bollori. E
dopo qualche lenta, pigra, uggiosa ora di scuola, quasi accasciato su una
cattedra che già ti sembra un ridicolo mastodonte spiaggiato, ti prendono le smanie, l’azzurro carico
del cielo fuori dalla finestra ti chiama come in sogno... e te che fai? Non
rispondi? Non monti in macchina per una scappata veloce a Viareggio? Non ci vai a far scricchiolare un po’ di sabbia sotto i piedi? Non ce lo metti un pollicione a
mollo, tanto per sentire l’effetto che fa? Ma come fai a resistere? Anche fosse
solo per un’oretta vale la pena. Via, giù, se parti subito non te ne accorgi nemmeno, alla fine sono soltanto venti minuti,
una volata, una scappata, un battito d’ali. Alla fine sono soltanto venti
minuti… si, e ventimila bischeri come te che hanno avuto la stessa idea! Ecco,
appunto: l’hai voluto il mare? Ora goditi il rientro, vai… quando si dice “imbottigliato
nel traffico”
giovedì 22 maggio 2014
mercoledì 21 maggio 2014
martedì 20 maggio 2014
domenica 18 maggio 2014
sabato 17 maggio 2014
venerdì 16 maggio 2014
giovedì 15 maggio 2014
Ecco un vero toccasana
per raggiungere il Nirvana:
il tuo amico più vicino...
Ripanuda, Pane e Vino!!!
Quando si conoscono persone speciali, di quelle che fanno
una cosa e la fanno bene, di quelle che hanno passione per il proprio lavoro e
trasmettono questa passione in ciò che fanno, bisogna essere felici e saperne
godere come di una singolare, personale fortuna. Quando poi queste persone si
conoscono da tutta la vita, si sono viste crescere e riuscire, giorno dopo
giorno, con le proprie forze e senza spacconate e vanagloria, allora non basta
più essere felici: bisogna essere orgogliosi. Magari è un puro caso, ma io di
persone speciali ne conosco un monte e, per quanto possa sembrare curioso o
incredibile, parecchie di queste persone fanno una cosa e la fanno bene. C’è
chi scrive articoli, chi dirige banche, chi lavora in grandi industrie e chi
progetta case. C’è chi sguazza tra conti e numeri, chi suona come un drago e
chi fa cose che non sono mai riuscito (e forse non riuscirò mai) a capire fino
in fondo. Ecco, tra tutte queste persone, per mia fortuna, c’è anche chi pensa
alla “pappatoria e al beveraggio”, trasformando una serata tra un piatto e ad
un bicchiere in qualcosa da raccontare, in un’esperienza fuori dal comune… così,
per quello che può contare, stasera mi è venuta voglia di ringraziare, di
ringraziarli tutti con un brindisi!
Bighe
mercoledì 14 maggio 2014
martedì 13 maggio 2014
Non so perché ma stasera mi
punge vaghezza di dare giudizi, una pratica antipatica, certo, se non fosse che
il primo giudizio, per cominciare, intendo esprimerlo su me stesso: sicuramente
non sono un artista e, mio malgrado, nemmeno un critico o addirittura uno
storico dell’arte. Un dilettante, magari, e un appassionato studioso d’arte
senz’altro, forse anche un aspirante artigiano e senz’altro un insegnante, ma
di sicuro non un artista e, purtroppo, neppure uno storico dell’arte.
Quanto al piano storico la
questione va da sé: lo storico dell’arte non si limita a studiare, meditare,
ponderare e trasmettere (quello lo fanno gli insegnanti, e non è poco). Lo
storico dell’arte contribuisce con il suo lavoro, con la sua analisi, con la
sua lettura, ad approfondire temi, a proporre nuove vie, a far avanzare la
conoscenza e la consapevolezza della disciplina, insomma.
Peccato che il panorama sia pieno
di Storici dell’arte (o sedicenti tali) convinti di essere sulla cresta dell’onda per aver ottenuto
incarichi prestigiosissimi presso riviste sconosciute o quasi, per aver
trasportato borse, borsine e borsone in attesa della sospirata “borsa” (che di
solito non arriva), per aver compulsato regesti illeggibili, trascritto
carteggi di nessun interesse, copiato manoscritti di dubbia provenienza,
rimestato in quel famoso fondo del barile sempre più scuro e sempre più gramo,
sbudellandosi tra loro pur di avere il privilegio di pubblicare qualcosa,
qualsiasi cosa, piluccando briciole di finanziamenti miserrimi.
Sui critici da collettiva
“fatt’incasa” preferirei soprassedere… una pratica sicuramente interessante e
stimolante, se non portasse questi giovani rampanti curatori del nulla ad
attribuirsi nomi ad effetto ed acronimi altisonanti (n+1, gruppo sigma, nuovi
orizzonti artistici, gammagamma, spazi-arte) e, contestualmente, a prendersi
incredibilmente e ridicolmente sul serio!
Sul piano degli artisti, poi, è
un vero spasso. Il mondo è pieno di artisti che l’eccesso di
presunzione porta ad autodefinirsi tali, attribuendosi una “patente” che è di per sé un fardello tanto
impegnativo quanto incompreso dagli stessi, e distinguendosi sempre e comunque
dagli “altri”, gli artistoidi, coloro che non valgono abbastanza, che non hanno
la stoffa, che non raggiungono né possono aspirare a raggiungere i vertici più
alti o a sprofondare nei più neri abissi creativi, che non sono colti dal sacro
“furor”, che non hanno un vero messaggio da trasmettere, che hanno troppi
messaggi da trasmettere, che sono attardati su posizioni stanche e ri-viste,
che, che, che… Loro, gli artisti veri, sono
dunque gli unici artisti, gli unici “abilitati”, gli unti, indipendentemente
dalla situazione contingente.
Sono veri artisti quando nessuno
li vuole esporre e quando partecipano ad eventi autogestiti ed alternativi
(mica come quei leccaculo, fasulli e venduti al mercato che si fanno belli solo
perché accolti nelle “vetrine” ufficiali, nei circuiti internazionali, negli
eventi universalmente riconosciuti. Si è mai visto nulla di più assurdo, ridicolo,
falso e mercificato di una Biennale? …nient’altro che ridicoli benpensanti puritani
travestiti da rivoluzionari, nient’altro che poveri, insignificanti, meschini
raccomandati!
Ma sono veri artisti anche quando
finalmente qualcuno li nota, quando possono esporre in qualche galleria
conosciuta e riconosciuta, quando si affacciano al panorama ufficiale, quando
hanno accesso alla ribalta internazionale e possono cominciare a rilasciare
brevi interviste, commenti salaci, battute al vetriolo e giudizi trancianti.
Veri artisti, dico, artisti con la A maiuscola, animali da Biennale, mica come
quelle piattole alternative che espongono soltanto negli umidi sottoscala degli eventi autogestiti da due
lire dandosi arie da intellettuali sinistrorsi e radicali…
Ecco, basta così: io non espongo da nessuna parte e alla Biennale ci vado volentieri da spettatore (non saprei in che altra veste
andarci); non ho accesso a nessun finanziamento, ma le poche cose che ho
scritto e pubblicato sono state ritenute pregevoli e di buon livello da critici
d’eccezione quali mia madre, mio padre, mia sorella e qualche amico vero (che
ha fatto lo sforzo di superare i primi paragrafi, o almeno così ha dichiarato).
Disegno, leggo, studio e mi diverto quanto posso: non artista, dunque, e non
storico dell’arte… meglio di no, davvero!
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