La satira, credi, non è una chimera
è solo lo specchio di una cosa vera
riscritta alla luce di un caleidoscopio
di frasi e figure che vedo e ricopio,
mettendoci cuore, lavoro, entusiasmo
un po’ di umorismo e parecchio sarcasmo.
Or dunque, all’inizio decido un soggetto
lo studio un pochino e poi mi ci metto:
per fare una sapida caricatura
è d’uopo accentuarne la vera natura
ma state tranquilli, l’intento più puro
non è certo offender qualcuno, lo giuro.
Lo scherno, se è anonimo, è giusto non piaccia…
e proprio per questo ci metto la faccia
(d’altronde a mio nome lo scherzo è palese,
lassù in Camollia ne han fatto le spese),
e quando son gli altri il bersaglio da usare
non si è mai sentito qualcun protestare.
Ma quando si prende a grattar certe rogne
chi prima rideva… si perde in rampogne!
E’ vero, talvolta qualcuno si offende
o per meglio dire un po’ se la prende.
Però chi possiede del discernimento
fa finta di niente ed aspetta il momento:
ingozza e sorride, ché piaccia o non piaccia,
non sempre può rendersi pan per focaccia.
E per mantener dignità ed eleganza
di certo non cede alla trista lagnanza.
Figurati poi se propone censura…
è solo una via per far brutta figura
(inoltre è evidente, chi si agita e raglia
di certo nasconde la “coda di paglia”).
Al gioco o si sceglie un onesto abbandono
oppur ci si ingegna a rispondere a tono:
soltanto chi è un vero coglion si deprime…
chi ha testa potrà replicar per le rime!!!