Patetico, paranoico, anche un po’
autolesionista… mah!
Sarò anche patetico, lo ammetto,
ma è indubbio che c’è in giro un sacco di gente bruttarella, cattivella,
ignorantella e nondimeno presuntuosetta alquanto. Gente bruttarella, dicevo,
che usa le parole in modo altrettanto bruttarello e gratuito, per giunta; gente
apparentemente innocua che si nasconde dietro problemi innominabili, insormontabili
(improbabili), cerca appoggio, comprensione (commiserazione), ti irretisce con
questioni, vaghe opinioni, tragiche lamentazioni e intanto borbotta giallo
livore alle tue spalle, sputacchiando stille di veleno iridescente. Gente invidiosetta,
soprattutto, che sgomita e arranca per conquistare una spanna di gloria, un
sudato millimetro verso la vittoria in una gara che non c’è, non esiste e non
può esistere, giusto per il gusto di sentirsi sopra a qualcun altro, vincere qualcosa
(Un bacio rubato? Una stretta di mano? Una bambolina? sulla quale poi, all’occorrenza,
sputare subito dopo). Gente che usa male le idee, gente che usa male le parole, gente che usa male le
lettere, addirittura. Perché le lettere non sono mica una cosa per tutti, una robetta
elementare, istintiva, da maneggiare in libertà. Chi non è libero cercherà sempre di usare
liberamente le sue lettere, ma quelle lettere - feroci, selvagge e non sue -
cercheranno sempre di liberarsi di lui. I bambini, i bambini sì che possono
maneggiare le lettere, le parole, i colori… le dai ad un bambino, le lettere, e
lui le gira, le ribalta, le intruglia e le rimescola fino a costruire qualcosa
di nuovo e di bello, senza volere, senza valore, senza livore, senza lamentazioni. Ecco, meno
male che ogni tanto arriva un bambino e ci scombina le lettere, altrimenti
chissà...